Come progettisti UX sarà sempre più probabile trovarci di fronte a un paradosso: progettare esperienze d’uso nuove per chi non ha mai né visto né provato le vecchie. In un mondo di nativi digitali, tutti ci siamo trovati di fronte a richieste di aiuto di persone nate in tempi analogici, che devono adattarsi all’utilizzo imperante del mobile anche per i servizi più essenziali. Ma come dovrebbe essere l’esperienza d’uso ottimale per questa utenza? La terminologia e i pattern più canonici non possono essere dati per scontati, vanno trovati nuovi pilastri e sfidati i propri bias. Raccoglieremo una serie di strumenti, un kit di base derivato dalla stessa voce ed esperienza con questi utenti, per poter mettere in cantiere una UX eccellente, a prova di Umarèll.

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Molto interessante e sicuramente utile per come sta cambiando l'età media e la confluenza di ogni cosa sullo smartophone.

Si parla sempre di tante categorie di utenza, ma spesso si dimentica quella più a rischio di esclusione digitale, basti pensare alle prenotazioni di visite mediche, alle interfacce che si trovano davanti gli anziani negli uffici pubblici, all'utilizzo sempre più pervasivo dello SPID. Grazie a Federica di aver introdotto i primi concetti di Elder UX!

Si parla sempre di tante categorie di utenza, ma spesso si dimentica quella più a rischio di esclusione digitale, basti pensare alle prenotazioni di visite mediche, alle interfacce che si trovano davanti gli anziani negli uffici pubblici, all'utilizzo sempre più pervasivo dello SPID. Grazie a Federica per aver introdotto i primi concetti di Elder UX!

Molto bello e emozionante il racconto di vita diigtale vissuta dalla voce delle stesse utenti. Molto utili i punti di intervento riassunti per iniziae a rendere migliore l'esperienza digitale delle persone anziane

Rosati sempre utile e professionale.

Davide Marchi at 17:41 on 10 Jun 2022

Super interessante!

Tema molto interessante