Contenuti: non ho alcun dubbio sul fatto che il modello di governance LiquidO che Jacopo ci ha introdotto sarà alla base di nuovi modelli gestionali e organizzativi e che fra qualche anno diventerà mainstream, così come prima o poi smetteremo di parlare di "sviluppo software agile", che diventerà semplicemente "sviluppo software".
Anche se da lurker seguo da tempo Jacopo che ha il talento di divulgare al pubblico con un certo anticipo argomenti "radicali" e/o "underground" che a distanza di qualche anno raggiungeranno massa critica (come è stato per l'open source, l'agile, il radical management, ecc.), raccomando quindi di seguirlo per "crearsi il proprio futuro".
Parte pratica del workshop: siamo stati lanciati "brutalmente" su un esercizio a tempo che in pochi minuti ha fatto ben intuire il valore di uno dei 4 pilastri del sistema LiquidO. Molto efficace e pratico.
Esposizione: notevole la scorrevolezza e la profondità degli argomenti. Per via di questa profondità tende ad aprire molti "loop" (che poi chiude quasi sempre) che potrebbero essere ciascuno un talk, per qualcuno potrebbe essere prolisso, altri più sofisticati (ma con la giusta concentrazione) saranno invece in grado di cogliere molti spunti. Infine, potrebbe essere un po' polarizzante il modo in cui espone i concetti (ma lo dichiara come disclaimer).
Chiaro e condivisibile. E' vero: scrivere software bene è complesso e faticoso.
Nonostante il suo fosse un talk immediatamente successivo ad un pranzo a base di carboidrati pesanti ;-) Lorenzo è riuscito a tenere vivi i partecipanti e ci siamo divertiti "giocando" con dei Lego e toccando dal vivo la praticità di questo metodo.
Da grande fan dei Lego, sulla spinta di Lorenzo adotterò certamente il Lego Serious Play per prendere decisioni in azienda.
In una futura evoluzione del suo talk con più tempo a disposizione (direi un workshop per non troppi partecipanti, vista anche la qualità di Lego necessari), simulerei delle vere e proprie decisioni che si prendono tipicamente in azienda.
Ho rivissuto quello che praticamente mi era successo di vedere al Codemotion di Roma sempre di quest'anno. Tanta roba nel calderone pur sapendo che non si sarebbe fatto in tempo. Sicuramente c'è la passione e la voglia di condivisione, ma una delle prime cose importanti dell'agile è quella di ridurre lo scope se il tempo è fisso (45 minuti..avrà anche fatto delle prove del talk) e si vuole davvero fare qualcosa di qualità. Altrimenti si finisce col fare l'errore di pensare di dare tanti piccoli spunti quando si crea solo confusione e arriva poco e male. Spero non perseveri altrimenti nel dubbio tra 2 talk propenderò x altri speaker.
A molti il talk può essere sembrato di parte verso XP e riduttivo verso Scrum/Kanban, se non una polemica vera e propria nei confronti delle metodologie agili.
In realtà il vero filo conduttore tra le problematiche nelle tre metodologie esaminate era quello della disciplina/integrità (illustrato come "uscire dalla zona di comfort"): forse lo spartiacque più importante tra team performanti e non.
Ho infine apprezzato la conclusione: con una frase ha sintetizzato bene un'intera filosofia che può essere presa come spunto pratico.
Spiegato in modo comprensibile qual è il vero significato di continuous delivery, cosa comporta non attuarlo e invece quali benefici porta. È stato utile anche soffermarsi sul tema devops, esempio: se un server si rompe sono in grado con pochi comandi a ripristinarlo con le dovute installazioni e configurazioni? Buoni punti di partenza per fare retrospettiva sul proprio metodo di continuous delivery al fine di migliorarlo.
bella panoramica
Grazie ad Antonello ed Elisa. Un talk appassionato sull'applicazione di agile in un contesto non IT.